BENITO ROSSOTTI RITORNA A CASA, L'ALTA VALLE STAFFORA RICORDA IL PARTIGIANO CON UNA PIETRA D'INCIAMPO

14.04.2025

Domenica 13 Aprile a Val Di Nizza, si è tenuta la cerimonia di posa per la Pietra d'Inciampo dedicata al partigiano Benito Rossotti.

Una data non casuale, dato che proprio 80 anni prima, il 13 Aprile 1945 nel campo di concentramento di Mauthausen moriva Benito Emilio Rossotti, detto Benu, nato a Nizza il 24gennaio 1923, partigiano catturato nella stessa giornata della perquisizione tedesca a Poggio Ferrato il 29 dicembre 1944.

Ucciso da strage nazi-fascista, non è la prima volta che l'Oltrepò ed il Comune di Val Di Nizza celebra questo nostro eroe deportato nei campi di concentramento. Nel 1974 difatti, l'allora Presidente della Provincia Dott. Luigi Panigazzi, dedicò una targa a Rossotti in memoria del suo sacrificio così come viene citata la sua catturazione in diversi libri che celebrano la Resistenza come "Parlano ancora", di Camillo Moroni edito da Guardamagna Editore.

Era presente alla cerimonia il Presidente ANPI della Provincia di Pavia Santino Marchiselli, che ha letto una lettera su questo importante pezzo di storia locale sottolineando che "la pietra d'inciampo non è un momento funebre, semmai un ideale ritorno a casa, come in questa giornata dedicata a Benito Rossotti."

Con lui, anche l'ANPI di Val di Nizza nella persona di Carlo Schiavi, l'ANED Provinciale, il Sindaco Val di Nizza Franco Campetti con l'Amministrazione Comunale e Don Ivan Concolato dell'Eremo di S. Alberto di Butrio.

Non potevano infine mancare di eredi del partigiano Rossotti, i nipoti nonché testimoni di famiglia da generazioni. Rossotti aveva difatti due fratelli Attilio e Lino, quest'ultimo Comandante della Brigata Crespi. Entrambi i fratelli hanno avuto a loro volta figli, i figli di Attilio, Sandra, Marcella e Massimo erano presenti alla cerimonia mentre Giovanni e Manoel, figli di Lino, vivono in Brasile da anni.

Una pagina drammatica e tragica per tutti no quella dei campi di sterminio, indelebile della nostra storia che forse qualcuno a distanza di anni vuole provare a dimenticare ma che, grazie al sacrificio di eroi come Benito e migliaia di altri deportati ricordati con cerimonie come questa, non potrà mai più essere rimossa. Inciampare per non dimenticare.

Alessandro Paola Schiavi